giovedì 13 gennaio 2011

Quirra, le pentole e i coperchi

www.resistenze.org - proletari resistenti - salute e ambiente - 03-01-11 - n. 346

da Comitato sardo Gettiamo le Basi
Quirra, le pentole e i coperchi
Monitoraggio del Poligono Interforze Salto di Quirra (PISQ)
Il pesante travisamento delle posizioni del comitato Gettiamo le Basi apparso su L’Unione Sarda (“Quirra in ritardo l’esame ambientale”20/12/2010) impone di precisare e fare il punto.
Riepilogo
1. Forze Armate, ministero della Difesa e Nato si sono arrogati e mantengono saldo il doppio ruolo, scandalosamente inossidabile, di controllore e controllato, giudice e parte in causa. Loro hanno predisposto e gestiscono il Piano di Monitoraggio, di fatto un piano d’acquisto di strumentazioni e connessi servizi di esame ambientale, un esame che nonpuò dare risposte alla “sindrome Quirra-Escalaplano” come ammettono le stesse forze armate e le cinque ditte che si sono aggiudicate l’appalto Nato
2. I risultati del monitoraggio-placebosono scontati, sono stati anticipati fin dal momento dell’avvio (febbraio ’08). L’obiettivo è stato esplicitato con incredibile candore o tracotanza: “Tranquillizzare (alias sedare, narcotizzare) la popolazione locale, nonché il personale del Pisq (..) acquisire la Certificazione ambientale”, cioè dimostrare che il poligono della morte è un gioiellino ecologico, di conseguenza eludere anche l’obbligo di risarcire le vittime dell’epidemia di leucemie e alterazioni genetiche che ha come epicentro l’insediamento militare Quirra-Perdasdefogu. Decreti del 2010 hanno già provveduto ad esonerare le forze armate dalle responsabilità penali, una sorta di lodo Alfano pro Stati Maggiori passato sotto indecente silenzio
3. Per salvare le apparenze si è assegnato il ruolo di controllore di facciata a una Commissione Tecnica Mista di Esperti, nominata a cose fatte, senza possibilità d’intervento sostanziale su metodologie e tecniche disposte dai contratti appaltati. La componente civile (cinque persone prive dell’indispensabile strumentazione tecnica e di supporti finanziari) ha rifiutato il ruolo di notaio compiacente e ha respinto al mittente l’incarico di validazione di servizi e forniture delle cinque ditte,. La patata bollente è passata alla riluttante ARPAS, l’agglomerato di pezzi e funzionari delle ASL responsabili di 50 anni di mancati controlli, sponsor delle più cervellotiche teorie “scientifiche” salvabasimilitari, dall’asineria dell’arsenico killer di Quirra (Asl 8) alle alghe insaziabili mangiatrici del torio radioattivo, rigorosamente “naturale”, che abbonda nell’arcipelago maddalenino, base atomica Usa fino al 2008 (Asl 1).
Il diavolo fa le pentole non i coperchi
Qualcosa non è andata per il verso agognato e predisposto da ministri e generali.
1. Veleni del poligono a Baunei. La ditta che si è aggiudicato il lotto “ Determinazione radioattività aerodispersa” ha affidato la rilevazione delle nanoparticelle alla dott.ssa M.Antonietta Gatti che sa usare egregiamente i microscopi atti a ingrandire a 120.000 e le ha trovate persino a Baunei prescelta come “bianco”, punto di riferimento-comparazione dati in quanto si presupponeva totalmente esente da inquinamento. Non trova nanoparticelle, invece, la multinazionale vincitrice del lotto più consistente e nevralgico (la SGS, una partecipata Fiat l’affittuaria stabile del poligono da mezzo secolo, presumibile corresponsabile della contaminazione), le cerca come da contratto con microscopi giocattolo che ingrandiscono solo a 8.000. Parrebbe che l’Arpas si sia ancora accorta dell’inghippo.
2. L’indagine anamnestica. L’esame delle matrici biologiche, ostinatamente voluto da Gettiamo le Basi, nonostante sia stato recepito in modo talmente limitato e inadeguato da sprofondare nel grottesco, ha fornito informazioni agghiaccianti. L’Asl 4, andando oltre il ristretto compito assegnatole di mera manovalanza a costo zero per la Difesa, ha svolto la fondamentale indagine anamnestica su greggi e pastori. I dati emersi rendono ancora più tetro il quadro della devastazione ambientale e sanitaria che denunciamo dall’ormai lontano 2001.
Il merito dell’Asl, però, non attenua ma rafforza l’inquietante interrogativo sul perché si sia aspettato 10 anni per effettuare questa imprescindibile e doverosa raccolta dati e perché si eviti accuratamente l’indagine sanitaria delle popolazioni residenti, peraltro prevista nel decreto attuativo del Piano e “opportunamente” evasa. Non conosciamo il costo dell’indagine anamnestica, riteniamo che non superi di molto il costo della benzina necessaria per un giro tra gli ovili. Perchè per dieci anni non si è voluto e ancora non si vuole estenderla almeno alle altre categorie a rischio (agricoltori, dipendenti civili del Pisq, militari e famiglie residenti,ecc.) e alla popolazione di Quirra?
Lo slittamento continuo della presentazione dei risultati – programmato per l’autunno 2009 - può spiegarsi con il surplus di lavoraccio per mettere un coperchio sui dati inopinatamente emersi?
...… e non cessa di fare nuove pentole
1. “Il primo passo”. Hanno preso a raccontarci che il monitoraggio in corso sarebbe il primo passo per l’accertamento della verità, però non dicono che il fantomatico passo successivo implica un costo almeno non inferiore a quello del “primo passo” in atto, ¤ 2,5 milioni. Chi e quando lo finanzierebbe? Non risultano progetti e tantomeno impegni di spesa delle Amministrazioni competenti.
L’escamotage del “primo passo” è stato usato e abusato a partire dal 2001 nel tentativo, vano, di tranquillizzarci rimandando eternamente al futuro l’ora della verità e rendere digeribili le varie indagini, 7 su 8 respinte al mittente da Gettiamo le Basi e dall’opinione pubblica. L’indagine in corso è il passo numero nove, la nona puntata della cinica ricerca infinita mirata a NON TROVARE quello che si vuole NON TROVARE, dilazionare all’infinito l’unico intervento razionale possibile imposto dalle norme italiane e internazionali: sospensione di tutte le attività del poligono, bonifica delle terre e del mare avvelenati.
2. Deportazione o diaspora. La soluzione al problema creato dal poligono della morte è ventilata a mezza voce. Impone cautela l’eclatante effetto boomerang della proposta avanzata nel 2004 ai pescatori di Teulada del trasferimento a vita in Tunisia in graziose villette gentilmente regalate dall’Esercito Italiano e dal ministero della Difesa. Per la popolazione del Sarrabus, Gerrei, Ogliastra si punta all’allontanamento volontario, l’auto deportazione “senza oneri per la Difesa”.
3. Uranio impoverito, Commissione Parlamentare d’Inchiesta N° 3. Il presidente dell’attuale Commissione, Rosario Costa, asserisce: ”La problematica vaccini rappresenta uno dei filoni più rilevanti e innovativi dell’inchiesta”. Con scarsa fantasia si ripropone il vecchio depistaggio, tentato e fallito nel 2001, vaccini, stress da guerra, benzene e quant'altro serva ad assolvere ministri della Difesa e Stati Maggiori. Coerentemente la Commissione ha scelto come consulente scientifico Franco Nobile, membro del Comitato Nazionale Scientifico di Legambiente. Il suo studio “Prevenzione oncologica nei reduci dei Balcani” ha individuato i principali fattori di rischio della sindrome Golfo-Balcani: vaccini e costumi patogeni dei soldati come l’uso di zampironi e insetticidi vari, sigarette, tatuaggi, cellulari e – abiezione massima - “Sia pure con una certa reticenza, diversi soggetti hanno dichiarato di assumere superalcolici” alcuni persino una volta alla settimana, molti una volta al mese (pag 41).
Ci ostiniamo a credere che il popolo sardo abbia uno scatto di dignità e indirizzi la sua volontà e le sue energie per espellere il tumore della colonizzazione militare, per liberare la Sardegna dal ruolo infamante di paradiso della guerra, vittima e complice silente di tutte le guerre di rapina sedicenti umanitarie e democratiche. Ne ha la capacità, con le sue sole forze ha costretto a fuggire da La Maddalena la potente Marina di Guerra USA.
Comitato sardo Gettiamo le Basi
Per il comitato Mariella Cao - caomar@tiscali.it

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