Torre Veneri: Accame, via il segreto dalle indagini. I dati riguardano la salute pubblica
La questione del Poligono di Torre Veneri riguarda i seguenti aspetti:
1) la segretezza degli atti dopo i sopralluoghi del Cap. Minervini in seguito a quanto disposto dalla Commissione d’Inchiesta, non può essere mantenuta in quanto riguarda fatti concernenti la salute pubblica.
2) L’utilizzo del poligono da parte di forze straniere. Difficile sapere quali armi abbiano impiegato perché, per chi utilizza poligoni di impiego internazionale è sufficiente presentare una “autocertificazione”. E inoltre la bonifica (quantomeno lo sgombero bossoli) è affidata spesso agli stessi utenti e quindi sfugge ad ogni controllo.
3) Tra l’altro, come sopra accennato, finora le bonifiche sono state effettuate solo in superficie (in pratica, come si è detto, l’operazione “sgombero-bossoli”). E invece avrebbero dovuto essere state effettuate operazioni di scavo in profondità per eliminare i proiettili conficcatisi nel terreno.
4) Non sono stati emanati “bandi internazionali” volti a determinare una precisa proibizione dell’impiego di armi non convenzionali. Ciò avrebbe comportato delle gravi responsabilità in caso di trasgressione da parte degli utilizzatori, mentre tali responsabilità sono state in pratica cancellate.
5) In passato lo strumento di rilevazione da utilizzare per verificare la presenza di radiazioni è stato l’intensimetro RA/141/B che purtroppo esplora una striscia estremamente limitata (circa 10 cm di ampiezza). E ciò praticamente non consentente l’attendibilità di rilevazioni che si riferiscono a un’ampia area, come quella messa a rischio nei poligoni. Si può ricordare in merito che in Bosnia sfuggì alle operazioni NBC condotte con il suddetto rilevatore la presenza di 10.800 proiettili all’uranio impoverito.
Difficile dunque stabilire, per quanto riguarda il poligono di Torre Veneri e l’eventuale presenza di armi all’U.I., (come del resto in altri poligoni). Occorre comunque, in primo luogo, richiedere che la bonifica sia effettuata in profondità e non solo in superficie perché i proiettili non si trovano solo in superficie). Quanto agli strumenti di rilevazione ora disponibili e maggiormente efficaci (Usa e Israeliani) questi potrebbero fornire qualche possibilità in più. Tuttavia in aree così estese, come quelle da esaminare, l’operazione risulta alquanto aleatoria.
1) la segretezza degli atti dopo i sopralluoghi del Cap. Minervini in seguito a quanto disposto dalla Commissione d’Inchiesta, non può essere mantenuta in quanto riguarda fatti concernenti la salute pubblica.
2) L’utilizzo del poligono da parte di forze straniere. Difficile sapere quali armi abbiano impiegato perché, per chi utilizza poligoni di impiego internazionale è sufficiente presentare una “autocertificazione”. E inoltre la bonifica (quantomeno lo sgombero bossoli) è affidata spesso agli stessi utenti e quindi sfugge ad ogni controllo.
3) Tra l’altro, come sopra accennato, finora le bonifiche sono state effettuate solo in superficie (in pratica, come si è detto, l’operazione “sgombero-bossoli”). E invece avrebbero dovuto essere state effettuate operazioni di scavo in profondità per eliminare i proiettili conficcatisi nel terreno.
4) Non sono stati emanati “bandi internazionali” volti a determinare una precisa proibizione dell’impiego di armi non convenzionali. Ciò avrebbe comportato delle gravi responsabilità in caso di trasgressione da parte degli utilizzatori, mentre tali responsabilità sono state in pratica cancellate.
5) In passato lo strumento di rilevazione da utilizzare per verificare la presenza di radiazioni è stato l’intensimetro RA/141/B che purtroppo esplora una striscia estremamente limitata (circa 10 cm di ampiezza). E ciò praticamente non consentente l’attendibilità di rilevazioni che si riferiscono a un’ampia area, come quella messa a rischio nei poligoni. Si può ricordare in merito che in Bosnia sfuggì alle operazioni NBC condotte con il suddetto rilevatore la presenza di 10.800 proiettili all’uranio impoverito.
Difficile dunque stabilire, per quanto riguarda il poligono di Torre Veneri e l’eventuale presenza di armi all’U.I., (come del resto in altri poligoni). Occorre comunque, in primo luogo, richiedere che la bonifica sia effettuata in profondità e non solo in superficie perché i proiettili non si trovano solo in superficie). Quanto agli strumenti di rilevazione ora disponibili e maggiormente efficaci (Usa e Israeliani) questi potrebbero fornire qualche possibilità in più. Tuttavia in aree così estese, come quelle da esaminare, l’operazione risulta alquanto aleatoria.
Falco Accame
Nessun commento:
Posta un commento