lunedì 4 gennaio 2021

Energia: il nucleare non è la migliore opzione (Le Monde)

Energia: "Un mix di energia prevalentemente nucleare non è la migliore opzione economica".
 

Fonte: Le Monde

Tribuna

Collettivo

Tre economisti dell'energia, Quentin Perrier, Philippe Quirion e Behrang Shirizadeh spiegano, in un op-ed a "Le Monde", che il futuro della Francia non risiede necessariamente nel nucleare, visti i notevoli progressi compiuti dalle energie rinnovabili.

Pubblicato oggi alle ore 05:45 Tempo di lettura 3 min.

Tribuna. "Il nostro futuro energetico ed ecologico dipende dal nucleare", ha detto Emmanuel Macron in un discorso davanti ai rappresentanti Framatome. L'obiettivo della Francia è quello di decarbonizzare completamente il suo mix di energia elettrica entro il 2050: questa è la tabella di marcia stabilita dalla strategia nazionale per la riduzione delle emissioni di carbonio. Questo obiettivo sarà raggiunto con nuovi reattori nucleari o con le energie rinnovabili?

Nulla è ufficiale per il momento, ma il recente discorso del Presidente della Repubblica ne dà una chiara indicazione. Il governo ha infatti chiesto a EDF di studiare la fattibilità di sei nuovi reattori EPR. Ma l'energia nucleare è così necessaria? Diversi gruppi di prove suggeriscono che la risposta non è così chiara.

Prima di tutto, l'energia nucleare non sarà più l'energia a basso costo che abbiamo conosciuto. Ad esempio, la tariffa negoziata per l'EPR in costruzione in Inghilterra è di oltre 100 euro (92 sterline) per megawattora (MWh), più del doppio del prezzo al quale l'elettricità è attualmente scambiata in Europa. I nuovi reattori hanno un design più complesso e sono soggetti a norme di sicurezza più severe, il che comporta un aumento del costo di questa tecnologia.

Spostamento dell'equilibrio di potenza

Al contrario, le energie rinnovabili hanno fatto notevoli progressi, molto più velocemente di quanto gli esperti avessero previsto: secondo la banca d'investimento Lazard, dal 2009 i costi medi dell'energia solare fotovoltaica sono stati divisi per 10 dal 2009, e quelli dell'energia eolica per 3,5. Questa "rivoluzione silenziosa" sta sconvolgendo l'equilibrio di potere contro il nucleare.

Inoltre, il dibattito si è ora spostato: il vantaggio del nucleare non è più il suo costo, ma la sua natura "non intermittente". Infatti, le nuove energie rinnovabili, l'energia solare ed eolica, dipendono dai rischi meteorologici. Come si può garantire a tutti una fornitura stabile di energia elettrica in queste condizioni? Per alcuni, un mix 100% rinnovabile non sarebbe fattibile o sarebbe eccessivamente costoso. O peggio ancora: potrebbe portare a un aumento delle emissioni di CO2, poiché il calo di vento o di sole dovrebbe essere compensato da centrali a gas o a carbone.

Tuttavia, due recenti studi pubblicati su importanti riviste internazionali di economia energetica sembrano confermare che l'energia nucleare potrebbe avere solo un ruolo secondario nel futuro mix di energia elettrica.

Secondo il primo studio, pubblicato su The Energy Journal ("How Sensitive are Optimal Fully Renewable Power Systems to Technology Cost Uncertainty?"), l'energia nucleare potrebbe giocare solo un ruolo minore nel futuro mix elettrico.
di Behrang Shirizadeh, Quentin Perrier e Philippe Quirion, un mix di energia elettrica rinnovabile al 100% sarebbe possibile in Francia nel 2050, senza compromettere la sicurezza dell'approvvigionamento. Ciò è dovuto al previsto progresso delle turbine eoliche e dei mezzi di stoccaggio (batterie e gas rinnovabili).

Un'inversione delle prove

Nel secondo studio, pubblicato su /Energy Economics/ ("Low-carbon options for the French power sector: What role for renewables, nuclear energy and carbon capture and storage?» di Behrang Shirizadeh e Philippe Quirion, novembre 2020), la competitività del nucleare è paragonata alle rinnovabili. Valutazione: il mix ottimale sarebbe di circa il 25% nucleare nel 2050, supponendo che il suo costo sarà dimezzato rispetto agli EPR attualmente in costruzione in Europa.

Tuttavia, questi risultati possono variare a seconda dell'evoluzione dei diversi settori: questa quota potrebbe salire al 50% se i prossimi EPR riusciranno a dimezzare almeno il loro costo e se il progresso delle rinnovabili sarà più lento del previsto. Ma la quota ottimale dell'energia nucleare potrebbe anche scendere a zero se il suo costo non scende di almeno il 40% (il che sarebbe un miglioramento significativo).

Se il futuro del nucleare è lungi dall'essere deciso, probabilmente stiamo assistendo a un'inversione di tendenza: le energie rinnovabili hanno mostrato i loro progressi, spetta ora all'industria nucleare convincerci che sarà in grado di abbassare i costi per rimanere competitiva. Sembra difficile affermare che un mix di energia prevalentemente nucleare sia oggi l'opzione migliore dal punto di vista economico.

Per quanto riguarda le conseguenze sul clima, la posta in gioco è in definitiva piuttosto bassa: sia il nucleare che le energie rinnovabili sono tutte energie a basse emissioni di carbonio. Per ridurre le emissioni, le leve sono più sul lato dei trasporti, degli edifici e del cibo, come dimostra il lavoro del convegno dei cittadini che sarà presto discusso in Parlamento.

*I firmatari: Quentin Perrier,* ricercatore in economia sulla transizione a basse emissioni di carbonio (ex-Cired), *Philippe Quirion,* direttore di ricerca presso il CNRS, ricercatore in economia energetica presso il Centro di ricerca internazionale per l'ambiente e lo sviluppo (Cired), e *Behrang Shirizadeh,* ricercatore in economia energetica presso Cired.

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