venerdì 2 luglio 2010

URANIO IMPOVERITO: LETTERA APERTA AL MINISTRO

URANIO IMPOVERITO: LETTERA APERTA AL MINISTRO

LETTERA APERTA LA MINISTRO LA RUSSA

Egr. Sig. Ministro,

scrivo alla S.V. poiché ancora giace un silenzio sinistro ed insostenibile sui nostri uomini caduti con tutta probabilità a causa dell’utilizzo dell’uranio impoverito nelle missioni di pace nelle quali abbiamo partecipato con spirito di sacrificio, abnegazione. Valore umano e professionale riconosciuto a livello Internazionale.
Faccio presente alla S.V. che vi sono tantissime famiglie lasciate completamente sole che oltre al dolore subiscono il dramma e la beffa del loro Stato che in dieci anni ancora non è riuscito a mettere una parola “fine” al caso dell’UI.

Figli d’Italia che giurano ad una Bandiera e se questa è la risposta questo tricolore sembra non avere più significato.

Come è possibile che dopo tanti anni ancora non vi sia chiarezza?

Come è possibile lasciare sole le famiglie dei sopravvissuti che si caricano di spese insostenibili?

Come risarcire chi non ce l’ha fatta, ammesso che si possa quantificare in denaro una vita di un giovane caduto per la nostra pace?

Come la S.V. ben saprà l’UI è una sostanza radioattiva e tossica principalmente costituita dall’isotopo U-238 contenente una piccola percentuale dell’isotopo fissionabile U-235. Anche se la sua radioattività è il 40% in meno dell’uranio fissile, è sempre ben 60 volte più radioattivo del materiale che si trova in natura. Una proprietà caratteristica dell’UI di cui poco si parla è la piroforicità: si tratta della capacità dell’UI di autoincendiarsi a temperatura ambiente in determinate condizioni e di innescare incendi. E anche se non s’incendia perde in un anno lo 0.5 della sua massa.

Le emissioni dell’UI sono date principalmente da particelle “alfa” che per certi versi sono più insidiose dei “gamma” dell’uranio 235 perché possono essere respirate e non vengono segnalate dai contatori Geyger.

I danni provocati dell’UI, o meglio dalle radiazioni da questo emesso, sono di tipo cancerogeno, mutagenico-genotossico. Inoltre leucemie, tumori, malformazioni.

I soldati americani parlano del “Metallo del Disonore”; noi abbiamo decine e decine di soldati che attendono verità e giustizia.

Le morti dei militari colpiti da queste sindromi tumorali si assomigliano tutte, ma non sono state finora riconosciute ufficialmente. Questi mali portano alla morte, ma la morte non porta al riconoscimento della causa di servizio: NESSUN RISARCIMENTO.

Perchè a chi parte per certi teatri di guerra si consiglia “caldamente” di: “astenersi dal procreare nei successivi 3 anni dal rientro dalla missione?”.

Perché in tempi di ristrettezze economiche non si istituisce un fondo che garantisca le cause di servizio a tutti quei militari che s’ammalano nello “svolgimento del loro dovere” e compriamo meno “aerei”?

Perchè non istituire una Commissione Interministeriale (Difesa -- Lavoro -- Salute -- Esteri)?

Perchè la S.V. non si fa promotore di una Commissione a livello Europeo per accertare cosa sia accaduto anche agli altri uomini e figli d’Europa?

Da un uomo di Destra, da un Ministro di Destra ci aspettiamo ed esigiamo verità, coraggio e determinazione Sig. Ministro.

Ci aspettiamo che da domani queste nostri uomini che giurano fedeltà alla Patria ed al Tricolore abbiano semplicemente la Giustizia ed il Rispetto dovuto.

Da parte Nostra, Sig. Ministro, sia certo che non caleremo mai il sipario su questa “tragedia di Stato”.

Sicuro che la S.V. leggerà queste poche ma significative righe, sono certo che farà quanto necessario per questi uomini della Patria e che la questione non ls lascerà indifferente.

L’occasione mi è gradita per inviare alla S.V. distinti saluti.

Maurizio Guarino
Presidente Nazionale e Fondatore
Associazione Politico Culturale
“Destra Razionale – Sapere Aude”
Coordinatore Nazionale
“Alleanza Europea”

INFO SULL’UI:

http://www.uranioimpoverito.it

http://www.osservatoriomilitare.it/osservatorio/uranio/uranio.htm

LETTURA CONSIGLIATA:

Uranio impoverito. La verità. Giulia Di Pietro intervista Falco Accame

Edito da Malatempora, 2006

101 pagine, € 10,00

ISBN 8884250366

di Falco Accame, Giulia Di Pietro Compra su IBS.it

Presente nel Centro di Documentazione

Quarta di copertina

La verità sull’uranio impoverito, criminale prodotto della guerra, ma anche della disonestà di chi produce e per la guerra e per la pace, grida in queste righe di uno dei grandi vecchi del nostro sentire civile. E’ il generale Falco Accame, forse unico che nelle forze armate, e poi da parlamentare e poi da cittadino si sia battuto per la verità dell’agghiacciante mortifero uranio impoverito che, silenzioso e implacabile, uccide. Mentre i media fingono, tacciono, distorcono, sottovalutano. Mentre la commissione parlamentare che per anni ha cercato di tirar per le lunghe è arrivata a conclusioni vergognose, che insultano le molte, molte morti che esso ha prodotto, produce e produrrà, se non sarà fermato.

Dopo la vergogna di Marghera, questa dell’uranio impoverito è l’altra grande vergogna italiana la più terribile delle menzogne all’italiana. Recensione

«La contaminazione con la polvere UI inquina cibo ed acqua. Non mangiate assolutamente cibo non controllato. Particelle che fossero state inalate possono causare danni ai tessuti interni nel lungo termine. […] L’UI è un metallo pesante chimicamente tossico e radioattivo». Queste sono le disposizioni di sicurezza per le forze della KFOR operanti nei Balcani del 22 novembre 1999. Queste disposizioni sono arrivate con grande ritardo. I militari statunitensi si erano preoccupati della questione subito dopo la guerra del Golfo, mentre i militari francesi avevano emanato questa disposizione anni prima. Sei lunghi anni sono trascorsi prima che venissero resi noti i rischi da uranio impoverito ai militari e ai civili italiani.

Nel frattempo bisogna tener conto, secondo alcune stime di 40-50 morti e 300 ammalati, secondo altre di 30 morti e 80 ammalati. I dati esatti non sono conosciuti visto che l’UI viene usato anche in territorio italiano per le esercitazioni nei poligoni di tiro. Ulteriore scandalo è causato dalla mancata attuazione della legge che consentirebbe ai malati di usufruire di un indennizzo.

Di fronte a questa vergognosa situazione tutta italiana, interviene il Ministero della Difesa per bocca del suo Ministro Martino, secondo la cui relazione i nostri militari impiegati all’estero non corrono nessun pericolo riguardo all’uranio impoverito, non lo usano loro e non lo usano militari di altri paesi che collaborano con loro.

Una lunga intervista al generale Accame utile per smascherare senza prese di posizioni ideologiche tutte le bugie e le mezze verità raccontate sull’UI.

di Filippo Di Blasi


«Nanopathology» è una parola inventata da me, anche se ora comincia ad essere di uso corrente: significa patologie da micro e nano particelle. Con una macchina di nuovo tipo, un microscopio elettronico di tipo ambientale, non solo riusciamo a individuare delle cose molto piccole, ma anche abbiamo sviluppato una tecnica innovativa per vedere all’interno dei tessuti patologici.
Una nuova tecnica di indagine per osservare l’infinitamente piccolo
Con questa tecnica riusciamo a vedere cose che sono molto piccole. Siamo abbastanza avvezzi a sentire l’espressione PM10: si tratta delle particelle che non ci fanno girare in auto la domenica e vuol dire 10 micron. Ebbene, in questo momento noi stiamo lavorando con particelle che sono più piccole di un micron, che si avvicinano ai nanometri (siamo arrivati fino a dieci nanometri): sono le dimensioni delle proteine e dei virus, quindi stiamo lavorando con qualcosa che è veramente molto piccolo. Perché ne parliamo? Perché effettivamente in questo modo riusciamo a vedere dei corpi estranei all’interno dei tessuti patologici.


L’uranio impoverito produce nanopolveri che entrano irreversibilmente nell’organismo umano
Fonte: www.cadu.org.uk


Dall’uranio impoverito all’analisi dei tessuti
Quando scoppiò il caso dell’uranio impoverito, mi dissi: se c’è dell’uranio, andiamo a vederlo all’interno dei tessuti patologici, perché solo così si può dimostrare una correlazione tra l’uranio e la patologia eventualmente sviluppata. Se sta fuori, questo tipo di uranio impoverito non dà grossi problemi.
Ho potuto analizzare il midollo, un pezzetto di fegato, un colon, un polmone, delle sezioni di campioni biologici. In alcuni casi ho avuto più campioni dello stesso paziente; per esempio, midollo, sperma e sangue.
Nelle biopsie sono state trovate particelle tonde. E’ importante soffermarsi sulla forma rotondeggiante: lo scienziato dei materiali sa che le forme rotondeggianti provengono da combustioni ad altissima temperatura.
A duemila gradi vengono prodotte insolite particelle
Queste particelle, a mio avviso, si presentano strane. E’ stata rinvenuta nel tratto digestivo, nello stomaco, una particella di zirconio rotondeggiante, anzi tondissima, di 50 micron, quindi abbastanza grande. Trovare nell’ambiente una particella di zirconio così tonda è tecnicamente difficile. Lo zirconio, infatti, ha un’altissima temperatura di fusione e la rotondità della particella relativa al caso che sto illustrando è necessariamente dovuta ad una temperatura superiore almeno ai 2.000 gradi.
Oltre i duemila gradi: cosa accade con la combustione dell’uranio impoverito
Ho avuto modo di leggere il rapporto annuale del 1977 della base militare di Eglin, in Florida, nel quale sono stati valutati gli effetti sull’ambiente dell’esplosione di una bomba all’uranio impoverito. Gli americani fecero esplodere simili bombe nel deserto del Nevada per raccogliere poi elementi di uranio impoverito che, in realtà, non furono trovati. Vennero invece raccolti i prodotti della combustione determinata dall’uranio impoverito.
Quando esplodono, bombe di questo tipo creano temperature superiori ai 3.000 gradi che fondono tutto ciò che si trova nel crogiuolo.
Il rapporto della base statunitense ha dimostrato che le particelle rinvenute da quelle esplosioni avevano una forma perfettamente rotondeggiante, mentre la loro composizione chimica era determinata ovviamente dai materiali fusi presenti nel crogiuolo.
Nel deserto del Nevada c’era solo sabbia, ma in una zona di guerra le esplosioni fanno fondere i materiali presenti (ad esempio, parti di un carro armato), creando quindi un inquinamento ambientale in cui si rilevano tutti gli elementi soggetti alla combustione avvenuta.
Se si bombarda una raffineria o una fabbrica di armi, dall’esame dei residui della combustione che segue le esplosioni si possono individuare tutti i composti chimici presenti al momento del bombardamento.
Il rapporto sulla base di Eglin già nel 1977 poneva l’accento sulle polveri create da questo tipo di esplosioni, le cui dimensioni erano al di sotto del micron. Il sito governativo dal quale era possibile reperire il rapporto è stato oscurato.
Le nanoparticelle tondeggianti
Esaminando il caso di un tumore della pleura abbiamo trovato piccolissime particelle di antimonio. Da una biopsia polmonare è risultata la presenza di tungsteno, materiale utilizzato nella produzione di lampadine: ritrovarlo all’interno di un polmone non è assolutamente normale. Nel caso di un linfoma di Hodgkin è stata rinvenuta una particella molto particolare perché composta da fosforo, cloro, piombo e cromo. E’ importante ricordare tale composizione per verificare non solo le problematiche di salute riferite all’uranio impoverito, quanto anche quello di indagare sui soggetti che abitano le zone limitrofe al poligono di Salto di Quirra in Sardegna. E il piombo è tossico. Ricordo, ad esempio, che nel XVIII secolo a Venezia esisteva una scuola di vetrai che produceva bellissimi vetri al piombo, attualmente esposti nei musei; ebbene, tutte le persone che operavano in quella scuola sono decedute in maniera anomala per via degli effetti tossici del piombo. Dalla biopsia del midollo osseo di un altro soggetto è stato rinvenuto anche del titanio, mentre abbiamo esaminato il caso di un soldato sminatore, che faceva cioè brillare gli armamenti nemici, al quale è stato diagnosticato un cancro della prostata. Dagli esami effettuati è risultata la presenza di notevoli quantità di metalli pesanti (bismuto, ferro, cobalto e tungsteno). In letteratura è risaputo che i metalli pesanti sono cancerogeni. Dalle immagini relative alle cellule esaminate è possibile notare che la loro forma è sempre rotondeggiante. Numerosi sono stati i casi in cui abbiamo rinvenuto particelle di acciaio, e quindi piombo, di antimonio misto a cobalto, lega che prima non conoscevo, pur lavorando nel settore dei biomateriali da molti anni. Ho ritrovato questo tipo di lega in un soldato americano che ha operato nella prima guerra del Golfo. E’ strano. Io non ho delle risposte. Ho solo delle evidenze.

… … … …

Dott.ssa Antonietta Gatti

Note:
Riduzione dell’audizione tenuta il 18 maggio 2005 davanti alla commissione parlamentare di inchiesta presso il Senato della Repubblica.
Titolazione e adattamento a cura di Alessandro Marescotti.

Il testo integrale è reperibile presso http://www.senato.it/
Articolo originale in http://italy.peacelink.org/

1 commento:

  1. I dati ufficiali del Ministero della Difesa parlano di 2.500 vittime al 2006. 2.500 soldati che avrebbero potuto liberare il paese, una volta per tutte, dal racket del signoraggio privato.Invece di andare nelle missioni di USURY-KEEPING.

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