giovedì 24 novembre 2011

Decessi di Militari per malattie tumorali


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SINDACATO UNITARIO PENSIONATI IN UNIFORME

Roma, 17 ottobre 2011
Oggetto: Decessi di Militari per malattie tumorali

 Signor Presidente della Repubblica,

Le scrivo nella mia veste di Presidente del SUPU (Sindacato Unitario Pensionati in Uniforme), organizzazione sindacale apartitica e apolitica, che si è costituita tra gli appartenenti, non in attività di servizio, dell’Arma dei Carabinieri, della Polizia di Stato, della Guardia di Finanza, della Polizia Penitenziaria, del Corpo Forestale dello Stato, dell’Esercito Italiano, della Marina Militare, dell’Aeronautica Militare, delle Capitanerie di Porto, delle Polizie Municipalidei Vigili del Fuoco, della Croce Rossa Italiana, delle Polizie Locali, delle Vigilanze Private, di quanti altri hanno comunque prestato servizio presso le Amministrazioni della Difesa, degli Interni e della Giustizia e degli Enti pubblici territoriali negli specifici ambiti, nonché presso gli Enti comunque erogatori di pubblici servizi, dei titolari delle relative pensioni di reversibilità, e si ispira alla concezione e alla tradizione sindacale italiana, che opera per l’emancipazione dei lavoratori e dei pensionati e per la tutela della loro dignità, professionalità e sicurezza nel mondo del lavoro.

Negli ultimi tempi sono stato più volte interessato da molti familiari di militari che sono deceduti a seguito di gravi malattie tumorali, contratte mentre espletavano il loro servizio in località in cui le forze della NATO utilizzavano materiali esplosivi, fra cui bombe, impregnati di uranio impoverito  o di metalli pesanti, la cui pericolosità per la salute umana è allo studio di diverse commissioni di esperti, senza alcun esito.
Sembrerebbe che le malattie tumorali possano dipendere dalla prolungata esposizione a varie sostanze (quindi non solo l’uranio impoverito) che comunque producono gli stessi effetti, con il decesso di coloro che le aspirano o le assorbono.
Quando svolgevo il mio servizio nell’Arma dei Carabinieri, nel primo incontro con il personale dipendente, facevo presente che un buon Comandante riceve dallo Stato un numero ben indicato di militari vivi. Era sua somma cura restituirli tutti vivi.
Non mi pare che ciò sia accaduto con taluni Comandanti, che, sebbene fossero a conoscenza della rischiosa esposizione del proprio personale, poco o nulla facevano per segnalare il pericolo e scongiurare ulteriori vittime.
Questo Sindacato, sulla base delle proprie competenze statutarie, ha posto allo studio il fenomeno, al fine di verificare i danni prodotti al personale e di interrompere questa catena di morti, che nessuno ricorda. Eppure sono lavoratori anche loro e muoiono per un alto fine, in quanto tutelano innocenti, soprattutto anziani, donne e bambini, in missioni di pace.
Mi rivolgo a Lei, Signor Presidente della Repubblica, che interviene giustamente con durezza in occasione di morti sul lavoro, affinché il Ministro della Difesa si occupi di questi morti dimenticati con serietà ed impegno istituendo un gruppo di lavoro per lo studio del fenomeno e per la individuazione delle cause che originano questi decessi, anche al fine di trovare i giusti rimedi.
Questo Sindacato, unico a rappresentare tutti i lavoratori e pensionati in uniforme, sulla base dei principi della concertazione, si dichiara disponibile a partecipare a questo gruppo di lavoro.
Molte mamme e molti papà, che hanno avuto i loro figlioli morti, in giovane età, in queste sciagurate circostanze, mi hanno espresso il desiderio di potere essere ricevuti da Lei, per rappresentare a colui che è indicato dalla Carta Costituzionale quale Comandante Supremo delle Forze Armate, il loro dolore e la loro indignazione per la sottovalutazione di un fenomeno così grave.

Certo di un Suo autorevole intervento, La saluto con molta cordialità e la stima di sempre

Il Presidente del SUPU
(Gen. Antonio Pappalardo)

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