L’uranio impoverito c’è
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Contro-analisi francesi del 2010 certificano della presenza di uranio impoverito in tessuti biologici ritenuti privi di contaminazione nucleare da un laboratorio italiano nel 2005.
L’AIPRI ha ricevuto copia dei risultati delle analisi spettrometriche ICPMS compiute fine 2010 a Reims in Francia su tessuti molli e ossa di un 27enne casco blu francese dei Balcani deceduto di un linfoma maligno non Hodgkin nel settembre 1997 e riesumato per la circostanza su mandato della giustizia interpellata dal padre. (Rapport d'expertise toxicologique du 29/10/2010 n° 20082890 in Dossier M. Alain Acariès c/ le Ministre de la Défense et des Anciens Combattants, Tribunal administratif de Cergy-Pontoise n° 021936-4). Contrariamente a quanto certificato in una precedente analisi compiuta in Italia, i tessuti contengono uranio impoverito.
Nel 2005 i tessuti dello stesso soldato (Ludovic Acariès), che erano stati conservati dall'ospedale di Pontoise, furono spediti per analisi ad un laboratorio italiano privato specializzato nelle nanoparticelle. Questo, nel suo rapporto n°3/2005 del 25/02/2005, affermò per difetto non aver riscontrato uranio ma sostanzialmente metalli pesanti (cromo, ferro, ecc.). L’assenza di uranio venne reiteratamente e categoricamente confermata via mail documentabili, alcune sprezzanti, all'allora presidente dell’AIPRI, l’ex-comandante NATO Maurice Eugène André, sommo fisico nucleare, magno conoscitore dei pericoli interni del fallout atomico, “radioanalista” di primo rango, riverito “Monsieur nucléaire”, esperto NBCR a funzione esclusiva, invitato dal padre del defunto soldato a seguire dall’inizio la faccenda e a vagliare la qualità delle analisi spettrometriche del rapporto.
“La nostra apparecchiatura funziona perfettamente e non abbiamo mai trovato uranio nel corpo di soldati” risposero in sostanza alle domande. “La frequenza di rilevamento gamma per la “lettura” dell’uranio 238 è stata impostata su 48 KeV, frequenza di emissione gamma dell’uranio 238 ? L’apparecchiatura sembra, dai vostri documenti, imposta ad una frequenza inferiore ai 48 KeV. Com’è inoltre possibile che le nanoparticelle di uranio prodotte dalla combustione dei dardi non si ritrovino dentro i tessuti allorché si sparpagliano nell’aria mescolate alle altre ?” Senza tanti giri di parole né inutili tecnicismi va rimarcato che secondo questi ricercatori l’uranio frammentato all’impatto in particelle fini non viene respirato. Si respirano soltanto le particelle fini dei bersagli colpiti ! Il fallout di uranio non viene incorporato ! 70 anni di prove biologiche sulla contaminazione interna dovuta alle ricadute nucleari e documentate dalla stessa AIEA cancellate d’un colpo di spugna !
Insoddisfatto delle analisi del laboratorio italiano che seppur notevolissime erano, cosi come lo sospettava M.E André, vistosamente incomplete per motivi logici, empirici e radiologici, il padre di Ludovic Acariès ha richiesto e ottenuto dalla giustizia la riesumazione, l’autopsia e la “ri-analisi” spettrometrica di campioni di tessuti e di ossa di suo figlio Ludovic.
Le analisi del laboratorio francese confermano la presenza di particelle di metalli pesanti allungandone la lista ma anche soprattutto contraddicono clamorosamente la categorica “assenza” di uranio impoverito da anni ostentata. Ne rilevano in effetti sia nei tessuti con una una media di 3,34 nanogrammo per grammo pari a 4,12E-5 Bq che nella ossa con una media di 0,76 nanogrammo per grammo pari a 9,37E-6 Bq. Segnalano inoltre la presenza di un altro elemento estraneo alla composizione atomica degli esseri umani come il tungsteno (e, rapporto illuminante, quasi 6 volte più uranio che tungsteno). Nessuno di questi due micidiali elementi artificiali fu rilevato dal laboratorio italiano nel 2005.
Che concludere davanti una siffatta e inappellabile smentita delle precedenti analisi ? Che concludere davanti alla prova dell’inesattezza nucleare dei risultati precedenti che rischia di travolgere i pur sempre eccelsi dati sulle nanoparticelle stabili ?
Come assicurarsi della completezza e dell’imparzialità delle analisi fin’ora eseguite sui soldati martoriati ? Come escludere che le interpretazioni patologiche avanzate possano non venir turbate dall’occultamento di fatto della variabile nucleare ? Come non temere che molti dei nostri soldati possano essere deceduti in mancanza di cure adatte alla realtà della loro contaminazione radioattiva interna negata con dati tanto sbandierati quanto oggettivamente falsi ?
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Maggio 2005
J’AI LU ATTENTIVEMENT votre mail. Soyez certains que je cherche pourquoi vous ne trouvez jamais des particules d’uranium dans des militaires puisque ce sont des militaires qui utilisent les projectiles avec dards d’uranium. Le Dr Colonel Asaf Durakovic (USA) qui fonda le Medical Research Centre est l’homme qui le premier dénonça la présence d’uranium dans les corps des soldats Américains (corps de décédés et de vivants). Il eut des problèmes avec son Gouvernement à cause de cela. Quand il vint en France et à Bruxelles notamment pour exposer son rapport, des incapables se mirent à rire de lui et de ses travaux. Des journalistes me demandèrent alors d’examiner et d’exposer scientifiquement son rapport et mes avis, ce que je fis. Etant donné que votre travail en Italie est impeccable et excellent, et aussi courageux que le travail de Asaf Durakovic, je ne puis que vous soutenir et me poser cette question logique, « pourquoi ne trouvez-vous pas des militaires contaminés » et je cherche les réponses probables.
J’ai publiés dès l’an 2000 un texte complet sur les effets de la guerre du Golfe, que vous pouvez lire sur mon site
http://users.skynet.be/mauriceandre/
« L’uranium et la maladie de la guerre du GOLFE »
je vous souhaite d’avoir le temps d’en prendre connaissance. Soyez assuré que si le temps et ma santé me le permettent je répondrai à votre invitation de venir visiter votre laboratoire. Par ailleurs vous pouvez me demander ce que vous voudrez au point de vue nucléaire et c’est avec plaisir « que je me couperais en quatre » pour vous. Soyez assuré de mon entier dévouement pour vous et madame.
J’estime que le fait d’avoir visualisé des nanoparticules dans des restes humains vous honore au plus haut point et vous place en tête des grandes découvertes scientifiques de ce siècle. La présence de ces particules métalliques nanométriques au sein des cellules est une cause de graves réactions de rejets par le système immunologique des victimes.
Maurice-Eugène ANDRE.
giovedì 17 febbraio 2011
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