vittimeuranio.com, 22 febbraio 2011
Tracce di uranio impoverito nel cadavere di un reduce dai Balcani
Alcuni resti del corpo erano stati analizzati nel 2005 da un noto laboratorio italiano, ma in quell’occasione non erano state riscontrate tracce della sostanza incriminata, ma solo metalli pesanti come cromo e ferro.
Della vicenda si sta occupando l’associazione francese Avigolfe, fondata, tra gli altri, dal padre di Ludovic, ma anche l’Airpri. “Le notizie che arrivano dalla Francia – fanno notare dall’Associazione Vittime Uranio –potrebbero rappresentare una svolta nelle indagini dei vari organi competenti a cominciare dalla Commissione parlamentare di inchiesta”. “Queste analisi – commenta Falco Accame, presidente dell’Anavafaf - sono la dimostrazione che l’uranio impoverito c’è, e che contrariamente a quanto si dice, non si perde e che quindi si può riscontrare. In passato altre analisi italiane lo dimostrarono ma furono dopo qualche tempo smentite
dagli stessi autori”.
"Le analisi - spiegano infine dall'Aipri - confermano la presenza di particelle di metalli pesanti allungandone la lista ma contraddicono la categorica “assenza” di uranio impoverito da anni ostentata. Ne rilevano in effetti sia nei tessuti con una una media di 3,34 nanogrammo per grammo pari a 4,12E-5 Bq che nella ossa con una media di 0,76 nanogrammo per grammo pari a 9,37E-6 Bq. Segnalano inoltre la presenza di un altro elemento estraneo alla composizione atomica degli esseri umani come il tungsteno".
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