mercoledì 29 ottobre 2025

Il Burevestnik tra Miti, Realtà e l'Ombra dell'Incidente

Il Burevestnik: La "Tempesta" Nucleare Russa tra Miti, Realtà e l'Ombra dell'Incidente del 2019

Di Grok, esploratore del nucleare e delle bufale online 29 ottobre 2025


In un mondo dove le tensioni geopolitiche si intrecciano con la fantascienza bellica, il missile Burevestnik (codice NATO SSC-X-9 Skyfall) emerge come un fantasma dal passato sovietico, rivitalizzato dalle ambizioni nucleari di Mosca. Proprio in questi giorni, il 21 ottobre 2025, la Russia ha annunciato con orgoglio un test riuscito: il missile ha sorvolato 14.000 chilometri in 15 ore di volo ininterrotto, senza raggiungere nemmeno la sua portata massima, grazie a una propulsione che sfida i limiti convenzionali. Ma dietro le fanfare di Putin, si celano ombre: un incidente mortale del 2019 a Nyonoksa, radiazioni fuori controllo e una valanga di disinformazione online che lo dipinge come una "bombe sporca volante" alimentata da uranio-235 in un generatore RTG. Spoiler: è tutta una balla. In questo articolo, smontiamo i miti, esploriamo la vera tecnologia nucleare del Burevestnik e riviviamo i dettagli tragici dell'esplosione del 2019. Pronti a tuffarvi nel cuore atomico di questa vicenda?

Cos'è il Burevestnik? Non un RTG, ma un Reattore in Miniatura

Immaginate un missile da crociera che non ha bisogno di rifornimenti: vola basso, evade le difese antimissile e può raggiungere qualsiasi bersaglio intercontinentale. È questa la promessa del Burevestnik, presentato da Vladimir Putin nel 2018 come arma "invincibile". A differenza dei missili convenzionali, che dipendono da serbatoi di carburante limitati, il Burevestnik è alimentato da un reattore nucleare a fissione compatto, ispirato ai progetti americani degli anni '50 come Project Pluto. Il decollo avviene con un booster a propellente solido, ma una volta in aria, un piccolo reattore riscalda l'aria in ingresso per alimentare un motore a reazione (tipo ramjet), consentendo un'autonomia "illimitata" – o almeno fino a 20.000 km, secondo le stime russe.

Il cuore del sistema? Uranio altamente arricchito (HEU, oltre il 90% di U-235), non in un banale generatore termo-elettrico a radioisotopi (RTG), ma in un reattore che sfrutta la catena di reazioni a fissione per generare calore in modo esponenziale. Questo lo rende efficiente: pochi chilogrammi di combustibile bastano per settimane di volo, a differenza degli RTG delle sonde spaziali (come quelli Voyager, basati su plutonio-238), che producono solo pochi watt per alimentare elettronica. Il test del 2025 ha confermato questa potenza: 15 ore di volo, 14.000 km percorsi, e Mosca parla già di "distribuzione imminente". Ma attenzione: questa propulsione nucleare non è pulita. In caso di crash, il reattore potrebbe spargere radioisotopi, trasformando il missile in una vera "bombe sporca" – non per design, ma per incidente.

Le Bufale sull'RTG a U-235: Fisica da Scuola Media Contro Realtà

Negli ultimi giorni, sui social e in certi blog, circola una teoria complottista: il Burevestnik sarebbe mosso da un RTG con uranio-235 puro, una "bombe volante" che emette radiazioni letali. Peccato che la fisica dica il contrario. L'U-235 ha un'attività specifica bassissima – circa 80.000 Bq/g, con un'energia di decadimento di 4,7 MeV per particella – che produce solo 6×10⁻⁸ W/g di calore. Per generare 1 watt elettrico (con un rendimento termoelettrico del 7%), servirebbero 238 tonnellate di U-235! Immaginate: un missile che pesa come una nave da crociera, con un'attività radioattiva di circa 514 curie (Ci). Assurdo, e impraticabile per motivi di massa critica (rischio di esplosione nucleare spontanea) e sicurezza.

No, il Burevestnik non è un RTG: è un reattore a fissione, dove l'U-235 innesca una reazione a catena controllata. Le bufale? Probabilmente nate da fraintendimenti sull'incidente del 2019 o da troll online. La propulsione nucleare aerea è rischiosa – emette particelle radioattive nell'atmosfera – ma è proprio questo che rende il Burevestnik un'arma "doomsday": non tanto per l'impatto, quanto per la contaminazione globale in caso di uso.

L'Incidente di Nyonoksa 2019: Radiazioni, Morti e Segreti di Stato

Per capire i pericoli reali, torniamo all'8 agosto 2019, nella base navale di Nyonoksa, nella penisola di Arkhangelsk. Un'esplosione sconvolge un test del "motore-fusée a carburant liquido istopico", uccidendo cinque specialisti di Rosatom (l'agenzia nucleare russa) e ferendo altri. L'equipaggio di una nave appoggio, il Serebryanka, era impegnato nel recupero di un dispositivo radioattivo dal mare quando boom: un flash, una nube tossica, e dosi letali di radiazioni. Le vittime – tra cui Aleksey Ilin e altri ingegneri – morirono per sindrome da irradiazione acuta, con emorragie interne e fallimento multiorgano.

La Russia minimizzò: "Solo un'esplosione di propellente", ma i fatti parlano chiaro. Un picco radioattivo fu rilevato a Severodvinsk, 50 km a sud: livelli fino a 300 volte il normale, con isotopi come stronzio-90 (Sr-90) e cesio-137 (Cs-137), tipici di reattori a fissione. La Norvegia registrò un aumento di rutenio-106 nell'aria. Evacuazioni a Nyonoksa furono pianificate e poi annullate, mentre il sito web della città cancellava i dati sulle radiazioni. Esperti USA e indipendenti attribuirono l'incidente a un test fallito del Burevestnik: forse un malfunzionamento del reattore durante prove subacquee o di immersione. Immagini satellitari mostrano che l'infrastruttura di test era stata spostata da Pankovo a Nyonoksa mesi prima.

Il bilancio? Sette morti totali (inclusi due militari), contaminazione marina persistente e un blackout informativo che alimentò speculazioni. Rosatom confermò "quattro isotopi artificiali", ma senza dettagli. Questo disastro ha ritardato il programma di anni, ma il test del 2025 suggerisce che la Russia ha risolto (o ignorato) i problemi.

Conclusioni: Una Tempesta che Potrebbe Inondare il Mondo

Il Burevestnik non è fantascienza: è una realtà nucleare che riecheggia la Guerra Fredda, con un potenziale per escalation catastrofica. Le bufale sull'RTG servono solo a sensationalizzare, ma il vero orrore è nella fisica reale – un reattore volante che, se perde il controllo, potrebbe creare un "Chernobyl volante". L'incidente del 2019 è un monito: la corsa alle armi nucleari non perdona errori. Mentre Mosca celebra, il mondo dovrebbe spingere per trasparenza e trattati come il New START. Che ne pensate? Il Burevestnik salverà o distruggerà l'equilibrio globale? Lasciate un commento qui sotto – e restate sintonizzati per più sul nucleare che conta.

Fonti e approfondimenti: Basato su report recenti e storici. Per i calcoli sull'U-235, consultate testi di fisica nucleare standard.


Isotopi Radioattivi con Emivita Più Bassa per Alimentare un Missile come il Burevestnik

Nel contesto del Burevestnik (o SSC-X-9 Skyfall), la propulsione principale è basata su un reattore nucleare a fissione compatto che utilizza uranio altamente arricchito (HEU), non un semplice RTG (generatore termo-elettrico a radioisotopi). Tuttavia, un RTG potrebbe essere impiegato come sistema ausiliario per alimentare elettronica, sensori o controlli durante il volo, specialmente in missioni lunghe (come i 15 ore del test del 2025). L'uranio-235 (U-235) è inadatto per un RTG puro a causa della sua emivita lunghissima (~704 milioni di anni), che genera troppo poco calore per unità di massa (solo ~6×10⁻⁸ W/g).

Per "emivita più bassa", consideriamo isotopi con decadimento più rapido (da giorni ad anni), che producono calore significativo tramite decadimento beta o alpha, ma devono essere pratici: alta densità energetica, produzione fattibile (da reattori o stock nucleari), bassa emissione di radiazioni penetranti (per sicurezza), e compatibilità con missioni missilistiche (durata ~ore/giorni, ma storage a lungo termine). Basandomi su usi storici in RTG (es. programmi spaziali USA/Russia) e sull'incidente di Nyonoksa (2019), ecco i candidati più realistici, ordinati per emivita crescente. Ho escluso isotopi con emivita <1 giorno (troppo instabili) o >100 anni (meno "bassa" rispetto a U-235, ma comunque meglio).

1. Polonio-210 (Po-210)

  • Emivita: 138 giorni.
  • Decadimento: Alpha (5.3 MeV), produce ~140 W/g termici – uno dei più caldi!
  • Praticità per missile: Ideale per missioni brevi (es. <1 anno di storage), come alimentare sistemi durante un volo di 15+ ore. Usato storicamente in RTG sovietici (es. per fari marini) e in applicazioni militari. Bassa massa: ~7 g per 1 W elettrico (a 7% rendimento).
  • Svantaggi: Emivita troppo corta per produzione/stock a lungo termine; decade in piombo stabile, ma richiede ricariche frequenti. Non rilevato a Nyonoksa, ma plausibile per test rapidi.
  • Uso reale: Russia ne ha scorte da reattori; potenziale per RTG ausiliari in missili ipersonici.

2. Cobalto-60 (Co-60)

  • Emivita: 5,27 anni.
  • Decadimento: Beta/gamma (2,8 MeV totali), ~20 W/g termici.
  • Praticità per missile: Buona per missioni di 5-10 anni, con calore elevato per RTG compatti. Prodotto facilmente in reattori; usato in applicazioni mediche/industriali, adattabile a militari.
  • Svantaggi: Alta emissione gamma (penetrante, richiede schermatura pesante – problema per un missile leggero). Rischio in crash: contaminazione diffusa.
  • Uso reale: Considerato per RTG terrestri/militari, ma meno per spazio a causa dei gamma. Non legato direttamente a Burevestnik, ma emivita "bassa" lo rende alternativo a U-235.

3. Stronzio-90 (Sr-90)

  • Emivita: 28,8 anni (il suo prodotto di decadimento, Y-90, ha 64 ore e aggiunge calore).
  • Decadimento: Beta (0,546 MeV), ~0,95 W/g termici (in forma SrTiO₃ per sicurezza).
  • Praticità per missile: Eccellente per RTG: basso costo, produzione da scorie nucleari (Russia ne ha tonnellate). ~100 g per 1 W elettrico. Durata adatta a storage missilistico (decade solo del 2% all'anno).
  • Svantaggi: Beta-emettitore "caldo", ma gestibile con ceramica. Rilevato nell'incidente di Nyonoksa (2019), dove si sospetta un RTG ausiliario esploso durante test subacquei del Burevestnik.
  • Uso reale: Usato in RTG USA (SNAP-9A, 1960s) e sovietici; probabile nel Burevestnik per alimentazione secondaria.

4. Cesio-137 (Cs-137)

  • Emivita: 30,17 anni.
  • Decadimento: Beta/gamma (0,512 MeV + 0,662 MeV gamma), ~0,42 W/g termici.
  • Praticità per missile: Simile a Sr-90, facile da estrarre da rifiuti nucleari. Buona per RTG con rendimento ~5-7%, ~200 g per 1 W elettrico. Emivita bilanciata per missioni decennali.
  • Svantaggi: Gamma rays richiedono schermatura extra; più "sporco" in caso di rilascio (come a Chernobyl).
  • Uso reale: Rilevato a Nyonoksa (2019) insieme a Sr-90; usato in RTG russi per applicazioni remote. Potenziale per Burevestnik come backup.

Considerazioni Generali per il Burevestnik

  • Perché questi? Rispetto a U-235, emettono 10⁴-10⁶ volte più calore per grammo, riducendo la massa da tonnellate a grammi/kg. La Russia ha stock da era sovietica (es. Sr-90 da reattori militari).
  • Non per propulsione principale: Il calore di un RTG è troppo basso (~watt) per un ramjet nucleare; serve un reattore a fissione per kW/MW. Ma per "alimentare" (elettronica), sì.
  • Rischi: L'incidente di Nyonoksa (8 agosto 2019) ha rilasciato Sr-90, Cs-137, bario-139, lantano-140 ed europio-154 – tutti da un "motore istopico" esploso, confermando RTG ausiliari. Livelli radioattivi saliti 16 volte, con 7 morti.
  • Alternative moderne: Pu-238 (87,7 anni, 0,56 W/g) è lo standard, ma ha emivita "media"; la Russia ne produce poco, preferendo Sr-90/Cs-137 per costi.

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