giovedì 17 dicembre 2020

Stato dell'arte della ricerca epidemiologica post-atomica

Fonte: http://doomsdayark.com/fukushima-radiation-found-in-hawaii-fish-almost-half-contain-fallout-from-japan-nuclear-disaster
 

Il rilascio di radioattività nell'atmosfera sta causando una significativa esposizione radioattiva (ad esempio, gli incidenti nucleari di Santa Susana, Chernobyl e Fukushima) ed è una minaccia per la salute pubblica e l'ambiente, con importanti conseguenze socioeconomiche. I risultati della ricerca indicano che le direzioni di dispersione sono determinate dai modelli di vento che corrispondono ai sistemi meteorologici su larga scala e ai modelli di circolazione diurna nella maggior parte dei casi.

Come nel caso della radioconcentrazione nei faggi, licheni e molluschi per l'ambiente, l'epidemiologia della popolazione umana può funzionare come indicatore dei cluster di concentrazione dei radionucleidi dispersi. Ad es. leucemie, cancro, aberrazioni genetiche, alterazione di massa del sistema immunitario. Quindi occorrerebbe una squadra multidisciplinare formata da radioepidemiologi, esperti di microdosimetria, esperti di meteorologia, esperti di spettrometria di massa a plasma accoppiato induttivamente (ICP-MS), radiobiologi, etc. per indagare l'eziologia radiologica di epidemie e pandemie postatomiche.

Un registro nazionale dei tumori non manca solamente negli stati africani, dove gli studi epidemiologici sono concentrati sull'eziologia infettiva delle patologie (specie negli stati con miniere dove si estrae uranio), ma anche in stati del primo mondo, come ad esempio l'Italia... (nonostante le cifre che vengo raccolte ritualmente per la "ricerca sul cancro" !)

Oltre a disdegnare questi metodi d'indagine di base, vi è una vera e propria concentrazione proattiva di sforzi per minimizzare se non escludere completamente il campo d'indagine radiologico sviando sistematicamente la ricerca su obiettivi politicamente più desiderabili (come la pretesa origine infettiva delle patologie) anziché basati sulla scienza. Si sono inventati dei cosiddetti centri d'eccellenza che, a livello nazionale, manipolano l'informazione clinica e sono tuttavia considerati fonti primarie per l'informazione dei media che, a loro volta, plasmano l'opinione pubblica. Ad esempio: Insititut Pasteur e Institut Curie in Francia, Koch Institute in Germania, CDC-EIS negli Stati Uniti (spesso complici con i centri d'oncologia come Sloan-Kettering e Mayo Clinic dove si spinge la distopica "radioterapia" per il cancro) e simili in Italia. 

Informazioni come "Ottomila donne trovate con eccesso di uranio nelle urine a Wuhan" vengono ignorate e non sono diffuse né al pubblico né ai ricercatori che hanno deciso fin da subito che "esiste il virus" sars-cov2....

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